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Tags Archives: manipolazione

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Sai riconoscere i campanelli d’allarme di una relazione abusante?

Quando sentiamo il termine “relazione abusante”, pensiamo subito a quella relazione in cui ci sono abusi o violenza fisica all’interno di una coppia. Ma anche quella psicologica può essere altrettanto pericolosa e può portare a danni seri a livello personale e relazionale.

Talvolta questo tipo di violenza è meno evidente, poco riconosciuta, negata e perfino nascosta.

Sono infatti moltissime le situazioni di relazioni abusanti vissute come fossero la normalità, in cui ci si trova in modo quasi del tutto inconsapevole ad essere all’interno di dinamiche di coppia disfunzionali o pericolose. Per questo è fondamentale riconoscerle e chiedere aiuto per poterne uscire.

Come puoi capire se stai subendo una violenza psicologica da parte del partner?

Ecco dei campanelli d’allarme:

1. Isolamento

Ti è mai capitato di rinunciare a fare qualcosa per paura della sua reazione?

O di limitarti nel vedere amici, parenti o frequentare alcuni posti?

E ti è capitato che fosse il partner a chiederti di rinunciare? Di limitarti, di evitare di fare qualcosa?

Essere impegnati con una persona non dovrebbe mai essere un limite per la nostra libertà personale.

Se scegli di non partecipare a una festa, di non uscire con gli amici, di non coltivare più una tua passione perché temi che questo potrebbe togliere del tempo alla relaziono o il partner potrebbe arrabbiarsi, questo è un campanello d’allarme da non sottovalutare.

Ogni cosa che fai (o non fai) per non farlo arrabbiare, è violenza.

Attenzione anche all’aspetto economico: il partner potrebbe isolarti anche impedendoti di lavorare e quindi incentivando in te il bisogno di dipendere da lui.

2. Gelosia e possesso

Non può esistere amore senza fiducia. In una relazione abusante, può succedere spesso che il partner metta in dubbio le parole dell’altro e, nei casi peggiori, metta in atto dei comportamenti di controllo: controllare il telefono, spiare i social, chiamare amici per chiedere conferma dei racconti del partner, pedinare l’altro, reagire con rabbia se non risponde al telefono.

La gelosia estrema e soprattutto immotivata o il bisogno di possedere l’altro possono essere scambiati erroneamente per dimostrazioni di quanto interesse ha l’altro nei propri confronti. In realtà, questi comportamenti sono disfunzionali e non dovrebbero mai essere presenti in un rapporto di coppia sano.

3. Svalutazione

Un elemento sempre presente in una relazione abusante è la svalutazione.

Il tuo valore viene messo costantemente in dubbio e questo ti porta a sperimentare sentimenti di inadeguatezza, di mancanza, e dubiti costantemente delle tue risorse e capacità.

Inoltre, senti di non avere il giusto supporto quando soffri o quando raggiungi un traguardo importante, questo viene sminuito o minimizzato.

Un’ambizione, un progetto lavorativo, un sogno, un nuovo hobby vengono considerate cose di poco conto e per questo svalutate.

In alcuni casi, l’abitudine di sminuire o ridicolizzare potrebbe essere messa in atto anche davanti ad amici, parenti o in altre situazioni sociali.

4. Manipolazione

Ci sono persone che riescono a cambiare volontariamente il comportamento di chi hanno intorno, in modo da trarne beneficio.

All’interno di una relazione abusante partner potrebbe cercare di ottenere quello che vuole attraverso l’estorsione e il senso di colpa, oltre che la paura.

Spesso non riesce a gestire le sue reazioni e ti incolpa per questo: ad esempio potrebbe distruggere un oggetto in uno scatto di rabbia e dare la colpa a te: “Guarda per colpa tua cosa ho fatto!”.

Può anche intimorirti con affermazioni come “non provarci nemmeno”, “non ce la farai mai”.

Tutto questo va a minare la tua autostima, il tuo senso di efficacia e ti impedisce di liberarti di questa relazione.

In conclusione…

Riconoscere i campanelli d’allarme di una relazione abusante spesso non è semplice perché questi comportamenti sono subdoli ed inducono nell’altro inizialmente senso di appagamento e felicità e, successivamente, smarrimento e dipendenza.

Se, all’interno della tua relazione ti senti spesso in confusione, hai paura, senti che la tua libertà viene meno, vieni sempre accusata o messa in discussione, è possibile che sei intrappolata in una relazione abusante.

Per uscire da una situazione simile è necessario innanzitutto prendere consapevolezza della situazione in cui ci si trova ed il primo passo da fare è quello di riuscire a chiedere aiuto.

Ti ricordo che puoi sempre chiedere un incontro agli psicologi di “One session” e prenotare una sessione gratuita di consulenza psicologica a seduta singola per capire come poter affrontare i primi passi ed uscire da questa situazione nel più breve tempo possibile. I nostri terapeuti sono disponibili gratuitamente per ritagliarti uno spazio di 30 minuti tutti Martedì dalle 18:00 alle 20:00. Per prendere appuntamento, scrivi a info@onesession.it o alle nostre pagine Facebook e Instagram.

Riferimenti bibliografici

Cabras E., Saladino V. (2019). La dipendenza affettiva. Testimonianze e casi di manipolazione e violenza. Roma: Carocci Editore. Secci E.M. (2015). I narcisisti perversi e le unioni impossibili. Youcanprint Self-Publishing

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Come capisco se sono vittima di Gaslighting?

Cosa è il Gaslighting?

Dare un nome a qualcosa significa dare vita ad una realtà.

Il termine gaslighting, letteralmente illuminazione a gas, richiama alla memoria l’immagine del lavoratore che nell’800 girovagava per le strade con un’asta lunga con all’estremità una fiammella che dava luce alle strade e un’asta con un cono capovolto con cui spegneva le fiammelle dei lampioni alle prime luci dell’alba.

Una luce intensa e di lunga durata quella prodotta dal processo di combustione.

Una luce, la cui accensione e il cui spegnimento dipendevano da un uomo che gestiva il giorno e la notte.

Altrettanto intense e durature sono le caratteristiche del fenomeno psicologico che viene identificato con tale termine e che fa riferimento ad una classe di problemi al centro tra il mondo giuridico e quello della clinica psicologica.

Un fenomeno dipendente da un soggetto, il gaslighter, capace di avere il controllo sul complesso meccanismo psicologico di un altro individuo.

Cos’è di preciso il gaslighting?

Potremmo definirlo come una forma di abuso psicologico.

Una tecnica manipolatoria capace di soggiogare al proprio volere la volontà di qualcun altro, sia esso partner, familiare o persona legata da una relazione amicale, affettiva o lavorativa.

Una forma di violenza psicologica, subdola, lenta e sottile.

Un sopruso, spesso complesso da individuare, riconoscere e dimostrare.

Come si manifesta il gaslighting?

Attraverso la manipolazione mentale, con una modalità costante e infida.

La vittima, preda di raggiri e bugie, è portata a dubitare di tutto, di tutti e persino di se stessa spesso senza accorgersene e pertanto senza denunciare.

Un gioco di inganni capace di creare nella vittima una paralisi emotiva che la spinge a vedere una realtà distorta e a vivere un profondo senso di inadeguatezza e smarrimento.

La violenza psicologica ha come caratteristica principale quella di disorientare, portando la persona a credere a false informazioni e a dubitare così della propria memoria e della propria percezione.

Chi è il gaslighter?

La letteratura clinica ha provato a definire e spiegare il fenomeno, analizzandone caratteristiche e aspetti fondamentali.

Fenomeno, quello del gaslighting, che ha ispirato anche la letteratura cinematografica che ha raccontato nel tempo diverse storie di sopraffazione psicologica.

Tormento e potere nel film Gaslight (in italiano Angoscia) del 1946, ispirato all’omonima opera teatrale del 1938.

Racconta la storia di Paula, una donna che verrà portata alla pazzia dal marito capace di controllarla fino anche a manipolare i più piccoli dettagli della loro vita.

Sarà questa pellicola ad ispirare quelle successive, tra cui ricordiamo anche La ragazza del treno del 2016 che ha come protagonista Rachel, una donna a cui il marito ha minato le sicurezze spingendola a non fidarsi neanche di sé stessa.

Cosa ricava il manipolatore dal suo comportamento?

Scopo del gaslighter è quello di ottenere una serie di vantaggi di natura relazionale, materiale, economica che mirano al controllo totale sull’altro. Un desiderio di potere e ti affermazione della propria superiorità.

Si tratta di un disturbo psicologico che definisce una personalità patologica che va ad inserirsi in un quadro relazionale altrettanto patologico, difficile per la vittima da riconoscere e quindi da denunciare.

Il gaslighter riesce a demolire tutti i punti di vista e di riferimento della sua vittima. In che modo?

  •  svalutandone sentimenti, sensazioni e agiti;
  •  insinuando dubbi sul suo sistema valoriale, affettivo, emotivo;
  •  mettendo in dubbio i ricordi che la persona ha e sostituendoli con nuove credenze;
  •  isolando in maniera totale la persona dalle sue passioni, i sui interessi, le sue relazioni.

Questo metterà la vittima in condizione di non potersi confrontare con l’esterno e pertanto di non riconoscere come sbagliate o dannose determinate dinamiche relazionali.

Come in una caccia, la vittima diventa preda di chi se ne impadronisce seguendone tracce e movimenti. Si crea un incastro relazionale soffocante che porta la vittima a sperimentare uno stato di totale sudditanza psichica.

Per comprendere come si crea un rapporto così distruttivo, manipolatorio e invasivo dal punto di vista emotivo, psicologico ed esistenziale bisogna tenere conto della natura inquietante del gaslighting che è dato da una forte pulsione al possesso e al controllo da parte di chi lo esercita.

Come capire se si è vittima di gaslighting?

Il gaslighting è un processo lento.

Una goccia d’acqua che cade incessante da un lavandino malfunzionante.

Un processo perverso che si consuma giorno dopo giorno.

Una vera e propria tecnica di manipolazione mentale che distrugge l’autostima e consiste in:

  •  raccontare bugie in maniera convincente per destabilizzare la vittima e insinuare un dubbio costante;
  •  negare la realtà e affermarne una propria per portare la persona a dubitare dei fatti e delle proprie convinzioni;
  •  fare leva su ciò che si conosce dell’altro per entrare più facilmente nella sfera emotiva e sentimentale;
  •  mirare alla confusione per distruggere gli equilibri dell’altro;
  •  mettere le altre persone contro la vittima per fare in modo che questa non sappia più a chi rivolgersi o a chi credere;
  •  convincere gli altri che la vittima non è affidabile e quindi gli altri avranno dubbi circa le sue eventuali richieste di aiuto;
  •  convincere che tutti mentono e portare la persona a fidarsi solo del manipolatore.

Giunta al suo apice, la manipolazione diventerà cronica e porterà la vittima a vedere il suo abusatore come colui che potrà salvarla dalle bugie e dalla cattiveria del mondo esterno.

Quali sono le conseguenze del gaslighting per la vittima?

Le conseguenze sono diverse e possono portare la vittima a sentirsi in un costante stato confusionale, di stanchezza e di vergogna.

L’isolamento rappresenterà pertanto una via di fuga dalla realtà e una risposta al senso di inadeguatezza fisica ed emotiva.

Nei casi più gravi la via di fuga può essere anche rappresentata dalla messa in atto di azioni suicidiarie.

Paura e dipendenza rendono difficile la denuncia di tali condotte, spesso mascherate da atteggiamenti di attenzione e protezione.

Talvolta si arriva alla richiesta di aiuto per altri motivi (ansia, depressione, etc.) e quindi di fondamentale importanza sarà l’attenzione degli amici, familiari o del clinico per indirizzare la persona verso il reale problema.

Ogni Martedì dalle 18:00 alle 20:00 gli psicologi del team “One session” sono a tua disposizione per una sessione gratuita di consulenza psicologica a seduta singola di 30 Minuti.

Per maggiori informazioni, puoi inviare una email a info@onesession.it o visitare la nostra pagina FB OneSession.it

 

Riferimenti bibliografici

Filippini S. (2005). Relazioni perverse. La violenza psicologica nella coppia. Milano: Franco Angeli

Angeli F., Radice E.. (2009). Rose al veleno, stalking. Storie d’amore e d’odio. Milano: Bompiani

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