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Tags Archives: Terapia Seduta Singola

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2 settimane ago Altro , TSS

One Session Center: il cambiamento in una sola seduta

Fin dal suo lancio nel 2019, One Session ha trasformato la vita di centinaia di individui, offrendo loro un’esperienza tangibile di crescita personale.

I terapeuti di One Session sono tutti formati in Terapia a Seduta Singola (TSS).

Grazie a loro otterrai un aiuto mirato, ricevendo soluzioni personalizzate.

La Terapia a Seduta Singola è più che una semplice conversazione.

Rappresenta un’opportunità per scoprire nuove prospettive e sviluppare competenze. Potrai trasformare il tuo modo di vedere il mondo e la tua capacità di affrontare le sfide quotidiane.

Sotto la guida esperta dei terapeuti di One Session, avrai l’opportunità di esplorare le tue risorse interiori, individuare soluzioni su misura e ricevere un supporto immediato per superare gli ostacoli che potresti incontrare.

Nuova Data a Roma

Siamo lieti di invitarti il 15 settembre presso la nostra sede in Via Nomentana 60, a Roma.

Puoi semplicemente presentarti al nostro centro clinico tra le 9:00 e le 13:00 e suonare il campanello ICSST – ICNOS oppure prenotare un appuntamento specifico attraverso questo link: https://forms.gle/ASfR546AK6nTfahXA

Disponibile Anche Online

Ricorda che i terapeuti di One Session sono disponibili online dal lunedì al sabato. Puoi prenotare un colloquio online comodamente da casa tua, scegliendo i giorni e gli orari che meglio si adattano alla tua routine (clicca qui).

Non Vediamo l’Ora di Incontrarti

Ti aspettiamo con entusiasmo il 15 settembre presso la nostra sede in Via Nomentana 60, a Roma, oppure online.

Per ulteriori domande o informazioni, non esitare a contattarci all’indirizzo email info@onesession.it.

Non perdere questa straordinaria occasione per abbracciare il cambiamento, acquisire nuove prospettive, competenze e soluzioni personalizzate con One Session. Ti aspettiamo!

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Sono in vacanza ma non so come rilassarmi: come staccare la spina

Come staccare la spina quando si è in vacanza? Sai come rilassarti?

Non per tutti le vacanze sono sinonimo di relax, recupero e divertimento; anzi, per molti il periodo delle vacanze può diventare fonte di vero e proprio stress.

Quando siamo stressati tendiamo a trascurare e a sottostimare le attività che potrebbero farci stare meglio, con il rischio di accrescere ulteriormente la nostra condizione di malessere.

Ciò che facciamo durante le nostre giornate ha il potere di influenzare enormemente il nostro benessere, e quindi, la qualità della nostra vita: ogni giorno compiamo decine e decine di scelte che hanno un impatto diretto sul nostro benessere e su quello delle persone intorno a noi.

Ogni giorno scegliamo, ad esempio, cosa mangiare, come vestirci, come utilizzare il tempo libero, se dedicarci ad un’attiva sportiva oppure no, se leggere un libro piuttosto che guardare la televisione, se trascorrere tempo sui social, anziché dedicarsi ad un proprio progetto.

Malessere e disagio sono spesso conseguenze delle scelte che noi agiamo, la maggior parte delle volte sulla base di abitudini, comportamenti automatici che mettiamo in atto, anche se questi nuocciono al nostro benessere psicofisico.

Possiamo, infatti, non renderci conto di non dedicare tempo a sufficienza per il riposo, di sacrificare i progetti che in realtà ci appassionano e danno senso alle nostre giornate, di trascurare i segnali di stanchezza che il nostro corpo ci manda.

Come fare, quindi, ad agire delle scelte per favorire il nostro benessere ed evitare che la vacanza diventi un ripetersi di malsane abitudini?

Non sai come rilassarti? Allora concentrati sul far fallire la tua vacanza!

Effettivamente potremmo non sapere come rilassarci e staccare la spina, perché magari non abbiamo mai prestato attenzione a questa cosa e potremmo avere difficoltà a capire cosa fare: come afferma un antico stratagemma orientale “se vuoi imparare a raddrizzare una cosa impara prima come storcerla di più” (cfr. Nardone (2003), Cavalcare la propria tigre; Nardone & Balbi (2017), Solcare il mare all’insaputa del cielo).

Pertanto, potremmo effettivamente non sapere cosa fare per rilassarci in vacanza: un buon punto di partenza, a tal proposito, potrebbe essere quello di sapere tutto ciò che potrebbe peggiorare ulteriormente la nostra situazione in vacanza, rendendola un vero incubo.

In tal caso, potrebbe tornarti utile una tecnica molto utilizzata nelle terapie brevi strategicamente orientate ovvero la tecnica del come peggiorare:

Se volessi deliberatamente peggiorare la tua situazione in vacanza, farla fallire, cosa dovresti fare o evitare di fare, dire o evitare di dire, pensare od evitare di pensare, se volessi stressarti ancora di più anziché rilassarti?

Questa tecnica (che ha una precisa utilità e finalità all’interno del contesto terapeutico, ma che in questo caso possiamo utilizzare per aiutarci a cambiare la prospettiva da cui guardiamo la situazione) ti impone di cambiare punto di vista. Ti impone di non concentrarti su quello che dovresti fare per rilassarti ma su tutto quello che dovresti fare per boicottarti. Porterà alla luce tutte quelle cose che magari stai già facendo e che ti impediscono di riposare, di recuperare le energie e che, al contrario, te le stanno togliendo.

Non sai come rilassarti? Dovrebbe accadere un miracolo!

Un altro passo che potresti attuare per imparare a fare delle buone scelte che rendano la tua vacanza un momento di relax è sicuramente quello di immaginarti in uno scenario senza il problema, in cui riesci finalmente a rilassarti e a staccare la spina.

In questo caso, può risultare utile e possiamo prendere in prestito la tecnica della domanda del miracolo (De Shazer, 1988), intervento principe nella terapia breve centrata sulla soluzione. Questa domanda può aiutarti a concentrarti in maniera concreta e dettagliata sullo scenario desiderato:

Immagina che domani tu ti sveglierai e starai vivendo la vacanza dei tuoi sogni, quella in cui potrai finalmente rilassarti. Quale sarà, svegliandoti, la prima cosa che noterai che ti farà dire che è così? Quali sono le cose che farai che ti diranno che ti stai rilassando? Che cosa ci sarebbe? Che cosa non ci sarebbe più? Cosa faresti? Cosa non faresti più’?”

Individuati tutti i comportamenti, in maniera dettagliata e concreta, inizia a metterli in pratica attraverso dei piccoli passi….e buona vacanza!

Serve un aiuto in più? Puoi sempre chiedere una consulenza gratuita agli Psicologi di One session.it: puoi inviare una e-mail a info@onesession.it oppure compilare il form (clicca qui)

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Come trovare il lavoro dei sogni

Esiste il lavoro dei sogni? Come fare a trovarlo?

I sogni sono degli obiettivi che hanno bisogno di essere concretizzati…

altrimenti rimangono sogni!

Alla ricerca del lavoro dei sogni

La ricerca di un lavoro, o meglio la ricerca del lavoro che risponde alle nostre aspirazioni, alle nostre passioni, è un obiettivo senza dubbio sfidante. Il suo raggiungimento necessita di un forte mix di motivazione, forza di volontà, autodeterminazione e, soprattutto, la capacità di gestire in maniera efficace un piano d’azione appositamente definito.

La strada per trovare il lavoro dei sogni è infatti un percorso lungo il quale possono incontrarsi ostacoli di vario genere e che potrebbero, in determinati momenti, far sprofondare la persona in uno stato di sconforto e di scarsa fiducia nelle proprie capacità di riuscita.

La ricerca del lavoro desiderato non è un percorso privo di ostacoli….

Pensiamo ai momenti inevitabili di stallo, a chiamate per colloqui che non arrivano o a colloqui che vanno in un modo diverso da quello che ci eravamo aspettati.

Tutto questo potrebbe facilmente portare la persona, che già sta vivendo un momento di vulnerabilità, a pensare che non ne valga la pena, che tanto le cose non cambieranno nonostante tutti gli sforzi possibili.

Il lavoro, oltre a garantirci una sicurezza economica, è anche e soprattutto una fonte di benessere e di equilibrio psicologico e sociale.

La sua mancanza, al contrario, incide profondamente sulla nostra autostima e sul senso di efficacia personale. Non riuscire a provvedere a sé stessi, o peggio ancora alla propria famiglia, possono alimentare l’insorgere di un senso di profonda inadeguatezza. Questo può alimentare credenze circa la propria incapacità, il fatto di essere dei buoni a nulla, degli/delle sfortunat/e o peggio ancora che non ci meritiamo nulla di buono.

Il tempo: una risorsa preziosa per trovare il proprio lavoro desiderato

Un aspetto che spesso si tende a sottovalutare è l’utilizzo della risorsa tempo. In realtà, la gestione efficace e produttiva della risorsa tempo diventa uno dei più importanti elementi di riuscita del proprio progetto professionale di ricerca del lavoro desiderato.

Come riuscire allora a rendere produttivo il proprio progetto professionale di ricerca del lavoro desiderato? Di seguito propongo alcune tips e approfondimenti utili per non lasciare nulla al caso, che ti aiuteranno a gestire efficacemente il tempo dedicato alla ricerca del lavoro desiderato.

Alcune tips utili per una ricerca efficiente ed efficace

  • Chiarisci i tuoi valori professionali, il perché vuoi fare proprio quel lavoro, perché è importante per te.
  • Definisci un obiettivo “ben formato”. Un obiettivo ben formato dovrebbe innanzitutto essere espresso in positivo (Voglio trovare il lavoro che desidero vs Non voglio più essere disoccupato), dovrebbe essere concreto (che lavoro voglio cercare? Quali caratteristiche deve avere?), essere realistico (in relazione alle mie possibilità e alle possibilità dell’ambiente di riferimento), essere ecologico (i costi non devono superare i benefici) ed infine, essere misurabile (ovvero è fondamentale stabilire una timeline di azione).
  • Fai un’analisi delle tue competenze. Cosa hai fatto fino ad oggi, quali sono i tuoi punti di forza a livello di skills e quali sono invece le capacità che potresti migliorare per rendere più accattivante e più competitiva la tua presentazione.
  • Stabilisci delle priorità. Quali sono per te, in questo momento, gli aspetti più importanti, quelli che per te sono un punto fermo nella ricerca di un lavoro (la retribuzione, l’area geografica, l’inquadramento professionale etc)?
  • Lavora sul tuo atteggiamento che deve essere positivo, proattivo e orientato al risultato.
  • Costruisci una strategia di comunicazione efficace e, in generale, allinea tutti gli strumenti di comunicazione (profili social, LinkedIn, Facebook…..lettera di presentazione)che devono essere coerenti, gradevoli, focalizzati e funzionali all’obiettivo.
  • Definisci un piano d’azione e mettilo subito in pratica. La metodicità è un fattore molto importante che ha una forte influenza in percorsi come quello della ricerca del lavoro. Crea dei micro-obiettivi e cerca di perseguirli ogni giorno (questo ti aiuterà anche ad evitare la tendenza a procrastinare).
  • Non buttarti a caso, la tua comunicazione deve essere sempre coerente e strategica rispetto al tuo obiettivo. Fai piuttosto un’analisi di mercato e seleziona i target che potrebbero essere potenzialmente in linea con il tuo profilo professionale.
  • Lavora anche sul tuo network personale: vecchi amici e conoscenze (reali!) che possono contribuire con un utile apporto e con utili informazioni per la causa.
  • Lavora sui momenti di tristezza e di scoramento: sono naturali ed inevitabili ma potrebbero essere la vera chiave del tuo cambiamento.
  • Sii curioso/a di sperimentarti anche in qualcosa di alternativo/diverso dalle tue competenze: potresti riscoprirti appassionato/a e particolarmente bravo/a in qualcosa che mai avresti immaginato.

Hai bisogno di un aiuto in più?

In caso di necessità, puoi far riferimento anche ad un professionista del settore dell’orientamento professionale. Potrà supportarti con gli strumenti giusti, nella definizione del tuo obiettivo professionale e nella preparazione di un piano d’azione.

 

Bibliografia di riferimento

 

Tucciarelli, M. (2014), Coaching e sviluppo delle soft skills, Editrice La Scuola

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Affrontare il discorso separazione con i figli

La separazione è un momento doloroso che coinvolge tutta la famiglia, come affrontare il discorso con i figli?

Separazione ed emozioni

I figli possono sperimentare senso di impotenza di fronte alla separazione dei genitori, che può essere alimentata da sentimenti confusi e contraddizioni con incertezza per il futuro.

Non sarà possibile avere una ricetta valida per tutti i casi perché ogni separazione è differente dall’altra e può presentare caratteristiche e variabili di criticità di grande complessità.

Ogni bambino può reagire in modo differente, anche all’interno della stessa famiglia i fratelli possono avere reazioni diverse.

Nei pensieri dei genitori la decisione di separarsi si accompagna quasi sempre con la domanda di come i figli reagiranno e di quali ripercussioni questa decisione avrà su di loro.

Può avvenire che nella fase iniziale della separazione i pensieri rispetto al futuro dei figli rimangano in secondo piano, poichè diventano prioritari gli aspetti concreti: le questioni legali e a volte anche di una ridefinizione a livello professionale.

Accade spesso che i sentimenti siano, in questa fase, distribuiti in modo disuguale tra i partner, evidenziando una differenza emotiva: per qualcuno prevarrà la rabbia, il lutto, il senso di perdita e di fragilità; per qualcun altro il senso di liberazione e la voglia di iniziare una nuova vita, con una nuova relazione.

Occorre una positiva rielaborazione dei sensi di colpa che può essere attuata attraverso l’assunzione consapevole della decisione. Ha poco significato rimuginare sul cosa si sarebbe potuto fare per evitarlo e lo sguardo deve essere posto sul futuro, cercando di estrapolare il meglio da questa situazione.

Non è utile addossarsi tutta la responsabilità ma assumersi quella riguardante la decisione specifica e per le sue conseguenze, considerare quello che è meglio per tutti.

Accettare le proprie debolezze e i propri errori è utile durante l’arco di tutta la vita, è un processo di apprendimento continuo, meglio apprendere dai propri errori e cercare di fare meglio nel futuro.

Come lo dico?

All’inizio di ogni separazione i genitori dovrebbero prevedere un momento in cui parlare con i propri figli per comunicare la decisione che hanno preso. Si dovrebbe trattare di un dialogo che trasmetta amore e sicurezza.

E’ fondamentale comunicare con i propri figli la separazione, condividendo ciò che sta accadendo realmente. E’ molto importante quello che verrà comunicato insieme, quindi successivamente devono rimanere a disposizione per rispondere a domande.

La regola è che i coniugi non devono svalutarsi a vicenda, è possibile prevedere un accordo su cosa dire nei dettagli oppure provare il discorso davanti ad una persona di fiducia.

Bambini 0-3 anni: quando il bambino non sa ancora parlare dovete comunicare in modo rilassato ciò che sta avvenendo, ad esempio quando il bambino è tranquillo e state giocando con lui usando un tono di voce calmo e affettuoso.

Bambini 3-6 anni: i bambini in questa età sono nel pensiero magico, è l’età in cui stanno ancora imparando a distinguere ciò che è reale da ciò che è fantasia e questo accade indipendentemente dalla loro volontà, frutto delle loro rappresentazioni.

Spesso immaginazione e realtà si confondono.

Quanto più la cosa è forte emozionalmente più la loro tendenza è quella di aggiustare con le fantasie. A questa età molti bambini tendono a rielaborare la separazione , cercandone le ragioni mescolando in maniera irrazionale realtà e immaginazione.

Bambini dai 6 ai 12 anni: si può chiedere loro cosa sanno del divorzio e confrontarsi su idee e credenze.

L’importante è trasmettere sicurezza per il futuro ed essere sinceri.

Dai 12 anni in poi: in questa fase è maggiore la maturità a livello cognitivo e la voglia di ragionare, la comprensione dei ragionamenti è migliore. Questo non significa trascurare la componente emotiva. I ragazzi non sono obbligati a dire qualcosa, hanno il diritto di stare in silenzio se vogliono. I ragazzi hanno il diritto di essere arrabbiati , ed è preferibile questa reazione piuttosto che la rassegnazione.

Il senso di perdita o aggressività repressa possono manifestarsi successivamente in modo più o meno nascosto o aperto.

Fattori protettivi

E’ ormai assodato che la separazione e il divorzio non portano inevitabilmente a danni permanenti nei figli. Tuttavia la loro serenità e benessere, anche futuri sono connessi ad alcune condizioni, che richiedono da parte dei genitori maggiori sforzi e consapevolezza di quelli che sono necessari nelle famiglie “intatte”. Se i genitori ci mettono quest’impegno, non hanno niente da rimproverarsi per il fatto che la famiglia creata si è dissolta. I “fattori protettivi” agiscono in modo che i vostri figli diventino adulti felici e soddisfatti.

Sarà molto importante:

essere affidabili, evitare le svalutazioni reciproche, evitare di “viziare” i figli mantenendo un ruolo di educatori coerenti e responsabili.

Dopo la separazione non trattare i figli come “partner”. E’ molto importante tracciare un confine molto chiaro tra i loro interessi, da una parte, e quelli dei figli dall’altra.

Rivolgete uno sguardo al futuro con ottimismo.

Ricorrete ad un supporto professionale nel caso in cui emergano sintomi depressivi. Trasmettete ai figli una buona autostima attraverso una comunicazione positiva e rimanete una coppia genitoriale forte.

Nonostante la separazione si rimane una coppia di genitori per tutta la vita.

Se senti il bisogno di un aiuto professionale, gli psicologi di OneSession.it ti offrono la possibilità di prenotare un primo colloquio gratuito. Per prenotare il tuo incontro, puoi inviare una e-mail a info@onesession.it oppure compilare il form (clicca qui)

Riferimenti bibliografici

Koch C. e Strecker C. (2014). Mamma e papà si separano. Trento, Erickson

Fabio R.A (2004), Genitori positivi, figli forti, Trento, Erickson

Lavigueur S., Coutu S.e Dubeau D. (2011), Sostenere la genitorialità, Trento, Erickson

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