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Prendere una decisione con la Terapia a Seduta Singola

“Possano le tue scelte riflettere le tue speranze, non le tue paure”

Nelson Mandela

Quanto è difficile prendere una decisione?

Prendere una decisione nella propria vita, per alcune persone potrebbe essere un’esperienza stimolante e divertente: il solo fatto di avere di fronte un ventaglio di possibilità può stimolare la nostra curiosità e renderci entusiasti. In questo caso, la scelta viene fatta a cuor leggero, senza starci a pensare troppo su.

Per altre persone invece, prendere una decisione può essere qualcosa di estremamente pesante, difficile e stressante: orientarsi in un mare di possibilità potrebbe farci affondare in un baratro di incertezza, da cui può essere difficile emergere. Questo non solo quando si ha a che fare con scelte importanti (es. cambiare lavoro, comprare o no quella casa, perdonare o meno un torto subito…) ma anche le scelte apparentemente più semplici possono diventare motivo di forte angoscia. Si può andare in crisi per decidere che cosa indossare al mattino, cosa mettere in una valigia o ancora cosa ordinare al ristorante. Così facendo, in un battibaleno quello che avrebbe potuto essere un atto di libertà, può diventare la nostra peggiore prigione.

Ti riconosci in queste parole? Se stai affrontando male le tue prese di decisioni e non sai come venirne a capo, ti do una buona notizia: con la Terapia a Seduta Singola è possibile riuscire in una sola seduta a sbloccarti e aiutarti a vederci più chiaro. Se vuoi sapere come fare, continua la lettura di questo articolo!

Che cosa fa una persona incastrata nell’indecisione?

Ci sono diverse azioni che possono essere messe in atto nel tentativo di uscire dalla confusione che si prova, con la speranza di stare meglio e prendere la decisione che tanto cerchiamo. Spesso però proprio questi comportamenti diventano delle “trappole” che finiscono per ancorarci al problema, invece che aiutarci ad uscirne. Vediamone alcune:

  1. Chiedere aiuto ad altre persone e far decidere loro al posto nostro.
    Diciamocelo: quando si è in crisi, spesso si sente il bisogno di andare da qualcuno di fidato a chiedere un consiglio, un aiuto nel prendere la propria decisione. Se siamo fortunati e possiamo effettivamente contare sul supporto di amici o parenti, senz’altro così avremo l’impressione di aver risolto quel problema. “Ok faccio così perché me lo ha detto X”. Questo aiuto chiesto e ottenuto, tuttavia, se ci pensiamo ci dà due messaggi contraddittori: il primo, è che gli altri ci vogliono bene e sono sempre pronti ad aiutarci. Ma il secondo, è che senza di loro effettivamente non possiamo farcela.
  2. Arrovellarsi sul problema.

    Avete mai visto un vortice? Fa impressione se ci pensiamo: è come una spirale infinita che si aggroviglia su se stessa e gira, gira, gira senza fine. E più gira, più sembra farsi più profonda, forte e nera. I pensieri, talvolta, possono prendere un po’ la stessa forma: invece di andare in una direzione, si aggrovigliano in un loop senza fine.

    Nel prendere una decisione può apparire un misterioso compagno: il dubbio. Si presenta subdolamente sotto forma di una prima domanda, a cui ingenuamente diamo una risposta.
    Ma la risposta, genera un’altra domanda e via così. Solitamente ci incastriamo a pensare che a suon di risposte, si darà un senso alle domande e tutto sarà chiaro. Ma se invece il problema non fossero le risposte, ma le domande? Siamo sicuri che tutte le domande possano effettivamente avere delle risposte? Ed esistono risposte intelligenti a domande stupide? (ps. lo vedi il vortice?)

  3. Procrastinare. Quando proprio non riusciamo a prendere una decisione, un altro modo per provare ad uscirne è quello di rimandare la presa di decisione stessa: “Non lo so, ci pensiamo domani.” “Poi vediamo” “Oggi no, ma prima o poi lo faccio”.

    Ti è mai capitato di reagire così di fronte ad una decisione da dover prendere? Anche qui, questo comportamento ci aiuta a sentirci meglio nell’immediato e abbassa la tensione interna, ma è destinato a durare poco: rimandare una presa di decisione non farà altro che ingigantirla sempre di più e il rischio è quello di restare bloccati senza avere il coraggio di affrontarla.

Che cosa possiamo fare di diverso, invece, per prendere una decisione?

Ti propongo un esperimento curioso ma che potrebbe aiutarti ad affrontare questa difficoltà. La prossima volta che devi prendere una decisione, scegli di affidarti ad una monetina.

Prendi una moneta tra le mani e osservala attentamente: scegli il significato da dare a ciascuno dei suoi lati (ad esempio: lato A: andare al mare; lato B: andare in montagna). Una volta fatto, mettila nel palmo della mano, chiudi le dita e con un gesto deciso lanciala in aria: guardala quando raggiunge il punto più alto e in quel momento pensa a cosa vorresti che uscisse. Raccogli poi la monetina e guarda da quale lato è caduta.

Potrai sorprenderti nello scoprire che:

  • scegliendo i significati dei lati della monetina e affidando al caso la tua scelta, potrai sentire una maggiore chiarezza dentro di te su quello che realmente vuoi di più. Magari, sceglierai di non lanciare quella monetina, ma di essere finalmente tu a decidere.
  • al momento del lancio, potresti sentire forte e chiara la speranza che esca proprio quello che desideri di più. Ascoltando le tue emozioni, capirai subito qual è la scelta davvero giusta per te.
  • non proverai nulla di tutto questo, ma avrai comunque preso la decisione di affidare al caso la risoluzione del tuo dubbio. E così facendo, finalmente avrai una direzione da seguire.

Prova e fammi sapere nei commenti se questo esperimento ti è stato utile.

Nota bene: puoi provare a sperimentare questo metodo su scelte semplici di vita quotidiana; se ti trovi invece alle prese con una decisione davvero difficile per te e non riesci ad uscirne, puoi sempre chiedere una consulenza agli Psicologi di One session.it: puoi inviare una e-mail a info@onesession.it oppure compilare il form (clicca qui)

Riferimenti bibliografici

Jaffé, M. E., Reutner, L., & Greifeneder, R. (2019). Catalyzing decisions: How a coin flip strengthens affective reactions. PloS one, 14(8), e0220736. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0220736

Nardone, G., & De Santis, G. (2011). Cogito ergo soffro: Quando pensare troppo fa male. Ponte alle Grazie.

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