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Selfie mania: alla ricerca del like perfetto

Se chiedi a tuo nonno cos’è un selfie, lui probabilmente ti guarderà con uno sguardo stranito. Il selfie, infatti, non è altro che la versione ultramoderna del vecchio autoscatto. La sua moda si è evoluta negli ultimi anni assieme alla tecnologia e a smartphone sempre più sofisticati, al punto da diventare oramai un comportamento comune (specialmente tra i giovani).

Il selfie però non è solo un modo di scattare foto, ma anche di condividere stati d’animo, momenti e quotidianità. E’ la necessità di essere visti e approvati. In casi estremi, può diventare il bisogno di dire al mondo: ci sono anch’io! Come accade nella selfie mania.

Selfie mania: la necessità di farsi foto

E’ piacevole scattarsi ogni tanto una foto da soli, specialmente quando si ha il desiderio di condividere sui social il proprio stato di contentezza. E’ un modo come tanti, d’altronde, per comunicare le proprie emozioni.

Il selfie, tuttavia, a differenza di una comune foto, ha senso solo se associato con una sua pubblicazione e condivisione nei social network. Selfie vuol dire, in breve, farsi notare e approvare: non mi basta che la foto sia venuta bene, voglio che siano gli altri a dirmi che è davvero venuta bene.

Che male c’è in tutto questo? Nessuno, almeno finché questo comportamento di scattare, pubblicare e condividere selfie, nell’attesa di ricevere giudizi e approvazioni, non diventi una routine o un bisogno irrinunciabile. Nel caso della selfie mania, infatti, la necessità di fotografarsi è associata con un senso interiore di insoddisfazione e insicurezza, conseguente a una mancanza di autostima. Il selfie si tramuta in un modo per dire a se stessi e agli altri che io esisto, in una ricerca continua di approvazione che, però, non basta mai.

Hai presente quando mangi le ciliegie? Ne prendi una. Poi un’altra. Poi un’altra ancora. Ti dici: basta così. E invece no, una ciliegia tira l’altra, e alla fine finisci tutto il vassoio, seppur ne vorresti ancora. Nella selfie mania accade la stessa cosa, ma con le foto: è un comportamento virale, irrinunciabile e ripetitivo. Copre illusoriamente quel senso di insoddisfazione con un volto sempre sorridente, alla cui fine del sorriso, però, vi è una profonda sensazione di insicurezza e solitudine.

Tra narcisismo e mancanza di identità

La maggior parte delle persone che sono schiave della selfie mania, secondo uno studio della California State University, presenta tratti di personalità narcisista. Il narcisista è colui che si mostra al mondo in maniera sempre impeccabile e perfetta; è la persona che si nutre di ammirazione e che è in continua ricerca di approvazione da parte degli altri, nonostante provi nei confronti di questi ultimi un senso di superiorità.

L’atteggiamento narcisista, però, nasconde problematiche psicologiche più profonde. Il narcisista si mostra al mondo per quel che non è, pur di nascondere ciò che è realmente. E’ una persona che costruisce attorno a sé una corazza, pur di non far trasparire la tristezza, la solitudine e il desiderio d’amore che cela nel cuore.

Queste caratteristiche si ritrovano in chi soffre di selfie mania. Il selfie, d’altronde, è l’espressione tecnologica della vanità e della moderna ricerca di approvazione. Tutti (o quasi) i patiti del selfie sono fragili, indecisi e solo apparentemente spigliati e sicuri di sé. Sono spesso soggetti immaturi (in genere adolescenti, ma a volte anche adulti) alla ricerca di una propria identità. Con la pubblicazione dei selfie sui social network, i giovani, per mezzo dei “like” altrui, cercano di dare un’immagine perfetta di sé e della propria vita, anche qualora non corrisponda al vero. I like sono approvazioni esterne, da cui nella selfie mania si diventa a tutti gli effetti dipendenti, poiché si andrà alla ricerca del selfie più estremo e originale, pur di riuscire a differenziarsi dagli altri.

Dietro la selfie mania, peraltro, non si nasconde solo narcisismo, che comunque è la causa più frequente e comune. Può esservi anche depressione, voyerismo, dipendenza da internet: la selfie mania potrebbe rappresentare solo la punta dell’iceberg di un problema psicologico più profondo e radicato.

Cambiare la prospettiva del like

Basta fare un giro sui social e la domanda sorge spontanea: siamo tutti affetti da selfie mania? Siamo talmente in tanti a farci selfie! Ebbene no, dietro a un selfie non per forza si nasconde una patologia. La selfie mania si presenta solo se accompagnata da una ricerca pervasiva dell’approvazione esterna attraverso gli autoscatti virtuali.

Per uscirne, l’unica soluzione è quella di ridare dignità alla vita reale, piuttosto che alla vita virtuale. Cambiare, cioè, la prospettiva del like: allontanarsi dai selfie, per immergersi nuovamente nelle vere relazioni sociali. In sintesi, cambiare direzione alla propria vita, ridando valore e autostima a sé stessi.

Un sostegno psicologico o psicoterapeutico è forse la strada più adeguata da prendere. Il più delle volte non bisogna intraprendere un percorso lungo, perché con una psicoterapia breve o a seduta singola puoi già riuscire a cambiare il senso delle cose. In fondo, hai solo bisogno di cambiare la prospettiva da cui guardi il mondo, per fare in modo che quel like non verrà dato più a una foto, ma sarai tu stesso a darlo alla tua vita!

Bibliografia

Di Gregorio, L. (2017). La società dei selfie, Franco Angeli, Milano.

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