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Affrontare un colloquio di lavoro: come gestire ansia e stress

Affrontare un colloquio di lavoro è l’esame della vita adulta. Sei alla mercé del giudizio di una o più persone e hai la sensazione che da quella tua performance dipenda tantissimo.

L’ansia rischia di diventare un enorme nemico, capace di bloccarti e farti perdere lucidità.

Di seguito impariamo a conoscere questo nemico e imparare a gestirlo con strumenti semplici ed efficaci.

Preparazione allo specifico colloquio

Le ansie legate alla performance, spesso, nascono dalla percezione di non essere sufficientemente preparati. Esattamente come per un esame, la sensazione di “non sapere abbastanza” alimenta insicurezza e stress. In questo senso la preparazione gioca un ruolo cruciale. La preparazione per un colloquio si gioca su due piani principali. Il primo riguarda la candidatura. Chi è in cerca di lavoro invia spesso molte candidature, al punto che, quando arriva la convocazione per un colloquio, può non ricordare con precisione la posizione per cui si era proposto. È utile quindi tornare sull’annuncio, analizzarne bene i requisiti e cercare di capire cosa cerca davvero l’azienda: competenze, requisiti, mansioni.

Similmente, potrà tornare utile durante il colloquio aver fatto un’accurata ricerca sull’azienda per comprendere meglio i prodotti/servizi di cui si occupa, il tipo di valori e di cultura aziendale.

Il secondo piano riguarda te e il modo in cui ti presenti. Preparare la narrazione di sé è un lavoro che include l’identificazione dei propri punti di forza, ma anche la capacità di parlare delle proprie esperienze come risorse. Un esercizio utile è provare a voce alta — meglio se allo specchio — a rispondere alle domande classiche (“Parlami di te”, “Qual è il tuo punto di forza?”, “Come gestisci le difficoltà?”). Questo tipo di allenamento non serve a “recitare”, ma a ridurre l’incertezza e ad acquisire maggiore fluidità.

Gestire l’ansia durante il colloquio

Se la sensazione di “aver studiato” non dovesse bastare e in sede di colloquio e dovessero presentarsi sintomi di ansia, ci sono altre strategie efficaci da poter mettere in atto. Una delle più utili è spostare l’attenzione da sé all’altro: invece di pensare “come sto andando?”, concentrati sull’ascoltare davvero le domande che ti vengono fatte: più ti concentri sull’esterno, più la tua mente si libera. I dati incoraggiano questa posizione: i recruiter valutano positivamente un candidato che appare assertivo e con un atteggiamento caloroso, piuttosto che focalizzarsi sui segnali di nervosismo (Hebl, Madera, King et al., 2016). Come a dire che conta più ciò che riesci a mostrare, nonostante l’agitazione, che il tentativo di mascherarla.

Anche dichiarare la forte emozione all’inizio del colloquio avrà il beneficio di scaricare e creare nell’interlocutore uno stato di empatia. Dopo tutto, non vivresti una forte emozione se non fossi molto interessato all’offerta!

In conclusione, il giusto mindset può essere di grande aiuto: per quanto ti senta sotto esame, il colloquio di lavoro è a doppio senso: è un’occasione di valutare l’azienda e la posizione offerta per te tanto quanto per chi tiene il colloquio.

Se senti il bisogno di un aiuto in più, contatta One Session. Puoi prenotare il tuo colloquio gratuito cliccando qui.

Riferimenti bibliografici

Nardone, G., & Watzlawick, P. (1990). L’arte del cambiamento: Manuale di terapia strategica e ipnoterapia senza trance. Milano: Ponte alle Grazie.

Nardone, G. (2013). Psicotrappole: Ovvero le sofferenze che ci costruiamo da soli. Milano: Ponte alle Grazie.

Hebl, M. R., Madera, J. M., King, E. B., et al. (2016). Anxiety in the Employment Interview: When Competitive Goals Lead to Performance Undermining. Journal of Business and Psychology, 31(2), 275–289

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