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Modelli di famiglia: la famiglia sacrificante

Nell’articolo di oggi parleremo della famiglia sacrificante, uno dei modelli di famiglia largamente diffuso.

La famiglia è un cardine fondamentale della nostra società ed è spesso oggetto di attenzioni da parte dei media e sui social, dal momento che investe gran parte della vita di ogni individuo. Esistono dei modelli di famiglia che altro non sono che letture dei copioni più ricorrenti nello stile di educazione genitoriale. Sebbene ogni genitore possa portare diversi modi di interagire con i figli, col tempo alcuni comportamenti, dinamiche e giochi comunicativi finiscono per cristallizzarsi e caratterizzare il tipo di interazione tra i componenti della famiglia.

Molte di queste modalità di interazione possono risultare in alcune occasioni congrue con l’idea che si ha di famiglia ma l’irrigidirsi di certi meccanismi può risultare disfunzionale nel tempo e comportare delle conseguenze per la crescita dei figli.

In questo articolo abbiamo già parlato di uno stile genitoriale iperprotettivo e di come questo possa comportare dei rischi nello sviluppo psicologico dei figli.

Nelle famiglie sacrificanti, il valore del sacrificio assume un significato importante per tutti i membri che ne fanno parte, sebbene abbia un risvolto diverso per i genitori e per i figli. Di solito infatti si tratta di uno stile orientato al sacrificio da parte dei genitori, i quali abdicano ai loro desideri in favore del benessere dei figli. Vediamo in che modo.

Tratti distintivi dei genitori sacrificanti

Il genitore sacrificante sposa un modello di vita basato sul sacrificio per far sì che i figli abbiano soddisfazioni e un futuro positivo. A differenza del modello iperprotettivo però, in queste famiglie i genitori manifestano continuamente la fatica e le rinunce che stanno facendo aspettandosi di venire un giorno ricompensati dai successi che i figli otterranno grazie ai sacrifici fatti da loro.

Spesso si innesca in tal senso una specie di ricatto emotivo, dove il genitore assume un atteggiamento vittimistico quando il figlio non riconosce il sacrificio da lui fatto e il figlio finisce per passare come un egoista. L’ambivalenza del messaggio “lo faccio per te, quindi impegnati” insinua un debito e l’esigenza di doversi dimostrare all’altezza dell’aiuto (spesso non richiesto).

Obblighi e rinunce sono quindi comportamenti visti in modo positivo dai genitori, per i quali l’imperativo è dare, dare, dare per il benessere della famiglia. Questo messaggio di “dovere” permea l’intero nucleo familiare, dove il piacere e le soddisfazioni sono invece messi da parte e visti come una trasgressione o vissuti con senso di colpa.

Può accadere che nella coppia di genitori solo uno abbia questo atteggiamento: in questo caso anche il partner può essere oggetto di questo altruismo non richiesto e la felicità degli altri membri riveste un’importanza esagerata per il genitore sacrificante, che diventa la colonna portante su cui regge l’intera famiglia (molto spesso si tratta della mamma).

A prescindere da chi veste il ruolo sacrificante, la narrazione che risulta in queste famiglie è che l’amore passa attraverso il sacrificio: solo dando sarò accettato dagli altri e in virtù del sacrificio che faccio otterrò l’affetto dei familiari.

I rischi di uno stile sacrificante

Come accennavamo, la relazione di questi genitori con i figli è basata su un altruismo insano che genera malcontenti da entrambe le parti. Da una parte il genitore non vede riconosciute le sue fatiche e privazioni e di conseguenza si arrabbia e accusa i figli di ingratitudine. Oppure usa lunghi silenzi come forma di comunicazione passivo-aggressiva, stabilendo a conti fatti una posizione di superiorità facendo sentire gli altri in debito o in colpa.

Dall’altra parte i figli vivono in un clima di costante tensione. Piuttosto che apprezzare gli sforzi e i sacrifici dei genitori, finiscono per rifiutare o addirittura accusare i genitori del loro scontento. Non di rado possono nascere veri e propri episodi di violenza da parte dei figli nei confronti dei genitori.

La mancanza di piacere e divertimento contribuisce inoltre a mantenere un clima non proprio allegro e spesso i figli esortano i genitori a uscire di più, a viaggiare, a divertirsi ma questo è inammissibile o rimandato a un futuro lontano quando i figli avranno ottenuto quel benessere per il quale si lavora sodo.

Può accadere anche che il figlio accetti il modello sacrificante e lo faccia proprio. In questo caso troviamo figli che si impegnano molto nello studio o nella professione, che accantonano i divertimenti e le uscite con gli amici per aiutare i genitori o fare qualcosa di utile per la famiglia, adottando di fatto il modello che gli viene trasmesso.

I figli di queste famiglie possono sviluppare diverse problematiche psicologiche, sia di tipo sociale. Possono sviluppare difficoltà di inserimento e conseguente ritiro sociale, sia condotte violente e devianti, sia disturbi alimentari, depressione ed episodi psicotici (Nardone et al. 2012).

Come uscire dal modello sacrificante

Come spesso accade, sono proprio le azioni fatte con buone intenzioni che, reiterate nel tempo, mantengono il problema. Così anche per questi genitori, è importante capire che dare questo aiuto incondizionato attraverso il sacrificio non favorisce la realizzazione personale dei figli. Al contrario, può inibire completamente le loro capacità. “Lo faccio io per te” è la modalità di aiuto che molto spesso genera e alimenta dubbi sulle proprie abilità e disconferma le potenzialità nell’altro. Sentendosi deresponsabilizzato, il bambino può chiedere continue conferme o scoraggiarsi.

Bloccando al contrario questo atteggiamento sacrificante si dà al figlio la possibilità di realizzarsi e responsabilizzarsi, perché sollevato dal peso delle rinunce e delle fatiche che i genitori gli hanno addossato.

E’ fondamentale modificare in tal senso anche lo stile comunicativo e i messaggi che si trasmettono ai figli e disinnescare quel gioco di debiti e ricatti che si è instaurato nel tempo.

Se pensi di non riuscire a gestire da solo questo aspetto dell’essere genitori puoi rivolgerti a un professionista del One Session Center (clicca qui), con il quale trovare nuove strategie per uscire dai problemi che vivi in famiglia.

Riferimenti bibliografici

Bartoletti, A. (2013). Lo studente strategico: come risolvere rapidamente i problemi di studio. Ponte alle Grazie.

Nardone, G., Giannotti, E., & Rocchi, R. (2012). Modelli di famiglia. Ponte alle Grazie.

Thomas, G. (1994). Genitori efficaci. Ed. La Meridiana.

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